Codice Civile art. 337 ter - Provvedimenti riguardo ai figli 1 .

Giusi Ianni
aggiornato da Rossella Pezzella

Provvedimenti riguardo ai figli 1.

[I]. Il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, di ricevere cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale.

[II]. Per realizzare la finalità indicata dal primo comma, nei procedimenti di cui all'articolo 337-bis, il giudice adotta i provvedimenti relativi alla prole con esclusivo riferimento all'interesse morale e materiale di essa. Valuta prioritariamente la possibilità che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori oppure stabilisce a quale di essi i figli sono affidati, determina i tempi e le modalità della loro presenza presso ciascun genitore, fissando altresì la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contribuire al mantenimento, alla cura, all'istruzione e all'educazione dei figli. Prende atto, se non contrari all'interesse dei figli, degli accordi intervenuti tra i genitori , in particolare qualora raggiunti all'esito di un percorso di mediazione familiare. Adotta ogni altro provvedimento relativo alla prole, ivi compreso, in caso di temporanea impossibilità di affidare il minore ad uno dei genitori, l'affidamento familiare. All'attuazione dei provvedimenti relativi all'affidamento della prole provvede il giudice del merito e, nel caso di affidamento familiare, anche d'ufficio o su richiesta del pubblico ministero. [A tal fine copia del provvedimento di affidamento è trasmessa, a cura del pubblico ministero, al giudice tutelare]2.

[III]. La responsabilità genitoriale è esercitata da entrambi i genitori. Le decisioni di maggiore interesse per i figli relative all'istruzione, all'educazione, alla salute e alla scelta della residenza abituale del minore sono assunte di comune accordo tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli. In caso di disaccordo la decisione è rimessa al giudice. Limitatamente alle decisioni su questioni di ordinaria amministrazione, il giudice può stabilire che i genitori esercitino la responsabilità genitoriale separatamente. Qualora il genitore non si attenga alle condizioni dettate, il giudice valuterà detto comportamento anche al fine della modifica delle modalità di affidamento.

[IV]. Salvo accordi diversi liberamente sottoscritti dalle parti, ciascuno dei genitori provvede al mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito; il giudice stabilisce, ove necessario, la corresponsione di un assegno periodico al fine di realizzare il principio di proporzionalità, da determinare considerando:

1) le attuali esigenze del figlio.

2) il tenore di vita goduto dal figlio in costanza di convivenza con entrambi i genitori.

3) i tempi di permanenza presso ciascun genitore.

4) le risorse economiche di entrambi i genitori.

5) la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore.

[V]. L'assegno è automaticamente adeguato agli indici ISTAT in difetto di altro parametro indicato dalle parti o dal giudice.

[VI]. Ove le informazioni di carattere economico fornite dai genitori non risultino sufficientemente documentate, il giudice dispone un accertamento della polizia tributaria sui redditi e sui beni oggetto della contestazione, anche se intestati a soggetti diversi.

 

[1] Articolo inserito dall'art. 55, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154. Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014.

[2] Comma modificato dall'art. 1, comma 5, lett. a), d.lgs.  10 ottobre 2022, n. 149 che ha inserito le parole  «, in particolare qualora raggiunti all'esito di un percorso di mediazione familiare» dopo le parole «degli accordi intervenuti tra i genitori»  e le parole «o su richiesta del pubblico ministero» sono state aggiunte in fine al quinto periodo e soppresso il sesto periodo (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149/2022, il citato decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

Inquadramento

L'art. 337-ter disciplina, in generale, i provvedimenti riguardanti la prole che possono essere adottati nei giudizi di separazione e divorzio, nonché nell'ambito dei procedimenti riguardanti i figli nati al di fuori del matrimonio in caso di cessazione della convivenza tra i genitori.

La questione di legittimità costituzionale della relativa disciplina, sollevata in riferimento agli artt. 2, 3, 30 e 31 Cost., ed all'art. 117, comma 1, Cost., in relazione all'art. 8 della CEDU e delle libertà fondamentali, «nella parte in cui [...] non consente al giudice di valutare, nel caso concreto, se risponda all'interesse del minore conservare rapporti significativi con l'ex partner del genitore biologico» è stata giudicata non fondata dal giudice delle leggi (Corte cost. n. 225/2016). In punto di giurisdizione si è di recente affermato che l e domande relative alla responsabilità genitoriale ed al mantenimento di figli minori appartengono alla giurisdizione dell'autorità giudiziaria dello Stato di residenza abituale dei minori al momento della loro proposizione, anche se alle stesse vi è affiancata la domanda di separazione personale dei coniugi (Cass. S.U., n. 29171/2020).  La norma in commento ha poi subito delle modifiche – applicabili ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023 – per effetto del d.lgs. n. 149/2022, il quale da un lato ha introdotto la legittimazione del pubblico ministero a promuovere l'esecuzione in caso di affidamento familiare e dall'altro ha eliminato la previsione della trasmissione del provvedimento di affidamento al giudice tutelare, al quale, quindi, è stata tolta qualsiasi competenza in materia (ciò anche al fine di eliminare in radice il problema della delimitazione delle competenze, nella specifica materia, tra giudice tutelare e Tribunale).

Provvedimenti relativi ai figli nei procedimenti di separazione e divorzio e in quelli riguardanti figli minori

Principio fondamentale che regge l'intera disciplina di cui al nuovo art. 337-ter è quello per cui il figlio minore, anche in presenza di una situazione di crisi tra i genitori, ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi. La regola, quindi, resta quella dell'affido condiviso, a cui si può derogare solo qualora talora situazione venga reputata contraria all'interesse del minore (art. 337-quater).Il giudice deve regolare i tempi e le modalità della presenza dei figli presso ciascun genitore, fissando altresì la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contribuire al mantenimento, alla cura, all'istruzione e all'educazione della prole. Simile regolamentazione, invero, viene rimessa in via primaria al libero accordo tra i genitori, potendo il giudice imporre la propria regolamentazione solo in mancanza di accordo o qualora l'accordo stesso sia contrario all'interesse del minore.   Il regime legale dell'affidamento condiviso deve tendenzialmente comportare, in mancanza di gravi ragioni ostative, una frequentazione dei genitori paritaria con il figlio, tuttavia nell'interesse di quest'ultimo il giudice può individuare un assetto che si discosti da questo principio tendenziale, al fine di assicurare al miRimuovi tuttenore la situazione più confacente al suo benessere e alla sua crescita armoniosa e serena (Cass. n. 19323/2020; Cass. 17221/2021;  Cass. n. 22083/2024). Anche a seguito di separazione, divorzio o cessazione della convivenza, inoltre, la titolarità della responsabilità genitoriale continua a far capo ad entrambi i genitori, sicché le decisioni di maggiore interesse riguardanti la prole devono essere prese di comune accordo, salva la possibilità di ricorrere al giudice in caso di disaccordo. Limitatamente, tuttavia, alle decisioni su questioni di ordinaria amministrazione, il giudice può stabilire che i genitori esercitino la responsabilità genitoriale separatamente (tenendo conto, in particolare, del grado di conflittualità esistente tra gli stessi e dell'eventuale distanza logistica).

Eventuali violazioni delle prescrizioni dettate dall'autorità giudiziaria potranno essere valutate anche al fine della modifica delle modalità di affidamento; la giurisprudenza ha, tuttavia, chiarito che la sola violazione dell'obbligo di mantenimento verso i figli non configura automatica inidoneità dall'affidamento condiviso, dovendosi comunque valutare in concreto l'interesse del minore (Cass. n. 21282/2015). Anche a seguito, infine, di separazione, divorzio o cessazione della convivenza ciascun genitore deve continuare a provvedere al mantenimento dei figli in proporzione al proprio reddito. Pure sotto tale profilo, la regolamentazione dei rapporti economici è rimessa all'accordo dei coniugi e solo in via subordinata il giudice imporrà ad uno dei genitori il versamento di un assegno mensile, da rivalutarsi annualmente, tenuto conto dei parametri espressamente indicati. In punto di quantificazione dell'assegno di mantenimento per il figlio, si è di recente affermato che il giudice non può prescindere da una valutazione comparata dei redditi di entrambi i genitori, nell'ambito di un'analisi più ampia che contempli le esigenze attuali del minore, il tenore di vita goduto in costanza di matrimonio/convivenza, i tempi di permanenza presso ciascun genitore e la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascuno di essi, nel rispetto del principio di proporzionalità per il quale ciascun genitore contribuisce al mantenimento della prole in base alle proprie possibilità economiche (Cass. n. 19299/2020; Cass. n. 30643/2023; Cass. n. 23323/2024). Costituisconospese straordinarie, non comprese nell'ammontare dell'assegno ordinario previsto con erogazione a cadenza periodica, quelle che, ove non oggetto di espressa statuizione, convenzionale o giudiziale, non siano prevedibili e ponderabili al tempo della determinazione dell'assegno (Cass. n. 7169/2024). È stato codificato, in tale ambito, il potere del giudice di disporre indagini tributarie qualora le informazioni fornite dai genitori sui propri redditi non risultino sufficientemente documentate.

Bibliografia

Bellelli, I doveri del figlio verso i genitori nella legge di riforma della filiazione, in Dir. famiglia fasc.2, 2013, 645; Buffone, Le novità del «decreto filiazione», Milano, 2014, 1 e ss.; Collura-Zatti, Trattato di diritto di famiglia, Milano, 2012, 1449 e ss; Dogliotti, La filiazione fuori dal matrimonio, Milano, 2015, 197 e ss.; Figone, La riforma della filiazione e della responsabilità genitoriale, Torino, 2014, 1 e ss.; Montecchiari, La potestà dei genitori, Milano, 2006, 223 e ss; Ruscello, La potestà dei genitori. Usufrutto legale, Milano, 2010, 1 e ss.

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